CALCIO

Capacità di fissare la palla (visione centrale), senza perdere la percezione del campo (visione periferica).

Le elaborazioni visive dello spazio che ci circonda, si basano principalmente su due distinte tipologie, quella denominata “Periferica” e quella denominata “Centrale”. Vengono a determinarsi quando le radiazioni luminose che raggiungono la parte più interna del nostro occhio, ovvero la retina, vanno ad interessare due rispettive e specifiche aree deputate alla loro ricezione. Queste due, si distinguono in aree “Maculari e Perimaculari, mentre l’altra si definisce parte centrale detta “Fovea”.

Le prime sono molto più sensibili al movimento, per capire questa particolarità basta rifarsi alla percezione dello sfarfallio, ad esempio delle luci a neon, che viene recepito quando non vengono osservate direttamente, bensì viene per così dire “captato” mentre si fissa un punto limitrofo, rispetto alla specifica posizione delle lampade fluorescenti. Questa parte delle nostre retine, è associabile alla nostra vita più primordiale, dove la capacità di scorgere prima possibile, ciò che si muoveva evidenziandosi come un pericolo, poteva fare la differenza tra vivere o perire. Da qui, la spiegazione del perchè, in atleti provenienti da paesi dove esistono ancora condizioni di vita difficili e contesti ambientali con vasti spazi naturali ancora liberi, è possibile evidenziare delle percezioni periferiche superiori.

Questa caratteristica che porta degli indubbi vantaggi, in termini di capacità di analisi del campo o di ampi spazi, potrebbe creare delle difficoltà nel mantenere la concentrazione sulla palla, come su punti specifici.

Pertanto le due funzioni devono mantenersi equilibrate e consentire ottimali prestazioni, in entrambe le aree di analisi spaziali. Anche l’utilizzo smodato di cellulari, computer, videogames, può determinare disequilibri e alterare queste capacità. Attraverso l’esecuzione di specifici protocolli di allenamento, è possibile garantire all’atleta la migliore efficienza di elaborazione visiva, in modo ottimizzato per entrambe.